477 - 1405

Area di influenza Longobarda, sotto cui acquisì importanza nel secoli VIII e IX. In un documento del 976 d.C. viene citato per la prima volta Arcole. Feudo dei conti di San Bonifacio dal 1164, lo affidarono poi alla famiglia degli Arcole per circa sessant’anni. Gli Scaligeri esiliarono gli Arcole e il loro torritorio fu soggetto al Distretto di Soave. Infine furono signori di Arcole i Malaspina.


Giovanni di Arcole

Giovanni nacque a Verona nel 1390-93 dal notaio Arnolfo I d'Arcole e dalla sua prima moglie Lutia. Serio e valente studioso, fu professore all'Università di Bologna, insegnando logica, filosofia, quindi medicina. In seguito, fu "lettore" di medicina all'Università di Padova, poi in quella di Ferrara, per incarico del duca Borso d'Este. Fu medico, lodato dal Chiocco e dal Panvinio.
Formatosi secondo i concetti della scuola medica araba, adottò, in seguito, i metodi della nascente scenza medica rinascimentale, esecitando la medicina e la chirurgia con capacità ed esperienza, compiendo interventi per quel tempo considerati audaci. Giovanni d'Arcole ha lasciato due opere di grande importanza che consistono in commenti classici della medicina araba, sulla quale aveva basato la sua formazione scientifica: "Pratica o Pratica medica", edita per la prima volta nel 1483, basata sul nono libro del noto trattato medico di ar-Rhazi dedicato ad al-Mansur, ed Expositio in primam fen. quarti Canonis Avcennae, pubblicata per la prima volta  nel 1489, nel quale vengono trattati i vari tipi di febbre esistenti.
Giovanni convisse con Paxia, dalla quale ebbe numerosi figli. Vari documenti testimoniano che Giovanni possedeva alcune proprietà ad Arcole. morì nel gennaio del 1458 a Ferrara, una città della quale era cittadino onorario dal 1455 per decreto del duca Borso d'Este, e fu sepolto nella chiesa ferrarese di S.Domenico. Alla sua morte Guarino Veronese gli dedicò alcuni epitaffi.
torna all'inizio del contenuto